Anno 0 Numero 05 Del 27 - 5 - 2007
Una storia di letto
Controversi appunti su La cama

Gian Maria Tosatti
 

Un corteggiamento a sogni incrociati come nel Cielo sopra Berlino. Un clima da gruppo ellenico di fauno e ninfa trasposto al contemporaneo o anche da Carmela è ‘na bambola di Aurelio Fierro, nel “video” che mandò una Canzonissima di quegli anni. E poi ancora altre cose, un po’ confuse, un po’ minestrone, ne La cama spettacolo storico di Atacama, che a chi scrive non è piaciuto. E siccome tutti applaudivano, per una volta, il critico fa come se avesse torto, se fosse in controtendenza e non avesse capito.

E così – sempre il critico –, poiché esausto dalla giornata di lavoro, ha trovato lo spettacolo letterale e, chiacchierando fuori dal teatro, ha avuto la tentazione di dire che era facile come una pubblicità delle «mentos». Ma in effetti chi è stanco fatica a tirare il filo generale del discorso, così il suo parere non può che formarsi in brevi momenti di concentrazione. E magari proprio in quegli attimi, quando magari sul palco c’era un quadro sensuale, al critico, per almeno un secondo sarebbe piaciuto aver l’impressione che i due danzatori si desiderassero reciprocamente. Ma magari stasera i suoi gusti personalissimi erano più inclini al drammone realista e romantico tipo film di Amedeo Nazzari, mentre questo era uno spettacolo ironico. «Ma ironico de che?» - obietta il critico (che è romano). «Ironico alla Wertmuller…» - risponde la sua anima buona, che - abbiamo deciso - stasera ha ragione. Insomma finisce che i due vanno a letto, il critico buono e quello cattivo (che sono la stessa persona – anche perché il critico notoriamente va a letto da solo, non fatevi illusioni inutili), e prima di addormentarsi quello cattivo ci riprova a sostenere che almeno sul piano tecnico il disegno di luce aveva una discontinuità che spezzava il flusso dell’attenzione dello spettatore. «La luce???» - dice il critico buono pigliadosi tutto il cuscino - «Ecco, appunto spegnila e buona notte».