Elvira Frosini e Nico Garrone durante uno degli incontri di Uovo Critico
Elvira Frosini e Nico Garrone durante uno degli incontri di Uovo Critico
La home page di «Scenarindipendenti.it»
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Laboratori di critica
«’Novo critico» e «Scenarindipendenti.it» due progetti in attesa di «riabilitazione»

Mariateresa Surianello e Gian Maria Tosatti
 
All’origine era Uovo critico il titolo di quel ciclo di appuntamenti, sostenuto dalla Provincia di Roma all’interno del progetto «Scenari Indipendenti» e svoltosi tra l’inverno e la primavera 2008 nel piccolo spazio romano di Kataklisma, che invitava alcuni critici a sperimentare una triangolazione naturale ma affatto frequentata dal vivo. Artista-opera/spettatore/critico collocati, ciascuno col proprio “ruolo”, in una dimensione osmotica. Poi la diffida, in verità alquanto bizzarra, ad utilizzare la parola «uovo» – comune quanto “mamma” – l’avrebbe rinominato nel 2009 «‘Novo critico». Ma la stagione è ormai al termine e la seconda edizione di questo laboratorio ideato e diretto da Elvira Frosini non ha visto la luce nella sala di Kataklisma, al Pigneto, né nelle Università romane che sarebbe andato a coinvolgere (La Sapienza e Tor Vergata).

Uovo, ‘Novo o come altro lo si debba nominare, il senso del progetto che Frosini è andata mettendo a punto in questi mesi non cambia, si rafforza, invece, nel suo tentativo di creazione di una formula. E nel secondo anno avrebbe allargato la sfera d’azione, raggiungendo quel bacino d’utenza universitario spesso relegato in recinti teoretici privi di sbocchi nelle realtà teatrali. Il punto di partenza non è stato tanto e solo la volontà di supplire alla cronica mancanza di spazi per la comunicazione dei fatti di teatro (specialmente nei media tradizionali, tv e giornali cartacei), ma quanto la possibilità di immaginare una forma dialogica di fruizione dell’opera e dell’artista. Una sorta di processo partecipato nell’invenzione di un nuovo evento “performativo” che avesse per protagonisti l’artista-opera, lo spettatore e il critico e dal quale se ne uscisse con un’accresciuta conoscenza reciproca.
Ma forse l’intenzione di Elvira Frosini è stata anche quella di spingere i critici oltre il proprio ruolo canonico, fuori dalla solitudine della scrittura. E sollecitarli a un confronto diretto con l’artista e il pubblico che lasciasse emergere – è divertente il gioco di parole - una criticità nel proprio ruolo critico. Non a caso a curare le otto nuove e nuovissime realtà teatrali, invitate nell’intimità di Kataklisma, sono stati chiamati altrettanti critici, ma non altrettanto nuovi (la scrivente è stata la più giovane, se si esclude Lorenzo Donati, ma comunque non è questione solo anagrafica), dal compianto Nico Garrone a Gianfranco Capitta, da Antonio Audino ad Attilio Scarpellini, da Marcantoni Lucidi a Donatella Bertozzi. Questa capacità di rompere certe resistenze è stato senz’altro uno dei punto di forza di Uovo critico 2008, l’inizio di una nuova frontiera di comunicazione per i gruppi partecipanti (Maddai, Alessandra Cristiani, Teatro Sotterraneo, Reggimento Carri-Roberto Corradino, Psicopompo Teatro-Manuela Cherubini, Kataklisma Teatro-Elvira Frosini, Gramigna_ct, Muta Imago), anche per lo spazio che si è andato ad abitare nel corso di questi incontri, quella piccola sala di Kataklisma che obbligava tutti a liberarsi delle scarpe e moltissimi a sedersi in terra, così vicini gli uni agli altri.
Un nuovo modo di pensare all’evento teatrale, dilatandone i tempi oltre lo spettacolo e avvicinandone linguaggi ed esperienze contigue. Con un pizzico di autoreferenzialità – arte di cui è maestra la televisione, con la sequela di rotocalchi tv e cartacei ad essa collegati – gli appuntamenti programmati da Uovo critico hanno innescato un circolo virtuoso di occasioni, di riflessioni e visibilità, che sono andati snodandosi attraverso le riprese video delle serate, postate su http://uovocritico.blogspot.com, le registrazioni audio realizzate da Podoff nei suoi studi (trasmesse in streaming su www.podoff.splinder.com), le osservazioni depositate da Valentina Valentini... Tutto questo, naturalmente, è linkato nella homepage di www.scenarindipendenti.it.


Passando da un laboratorio all’altro ci piacerebbe, in quest’ultimo numero, parlare anche di «Scenarindipendenti.it», il portale che questa redazione ha gestito parallelamente a «La Differenza». Uno strumento complementare necessario, una piattaforma di dialogo pensata per sviluppare processi che rispetto a quelli del settimanale avessero un altro tempo, quello «reale» della rete.

Il progetto, sviluppatosi per tappe è partito da un sito “monolivello” gestito dalla redazione e basato sulla comunicazione di eventi quotidiani, per approdare poi ad una condivisione degli spazi telematici col mondo degli artisti. Circa 150 realtà (fra compagnie ed operatori) hanno progressivamente animato questo secondo livello iniziando ad inserire puntualmente, in un «calendario autogestito», le proprie news, dando vita ad un continuo flusso di informazioni e di appuntamenti su scala nazionale legati al teatro indipendente.

L’interruzione dell’attività del sito arriva oggi nel momento in cui la redazione della Differenza stava preparando il passo successivo nello sviluppo del portale, ossia la definitiva apertura del dialogo in un’ottica multilivello di piazza telematica in cui poter fare incontrare tutti i mondi e tutti gli stimoli che appartengono alla scena indipendente. Scegliamo così di accennarvi oggi, nell’ultimo numero de «La Differenza», come proposito per il futuro, come speranza di poter a breve ricominciare le pubblicazioni dando vita anche a tale trasformazione in una direzione che, appunto segua la riflessione di questa settimana sulla “libertà di comunicare”.

Come sarebbe dunque il nuovo Scenarindipendenti.it è cosa che si può spiegare facilmente attraverso la parola «laboratorio». Alla supervisione strategica della redazione de «La Differenza» e all’autogestione del calendario da parte degli artisti si affiancheranno altri due livelli fondamentali. Il primo sarà quello della critica, realizzata da un gruppo di giovanissimi firme professionali under 30 sparse sul territorio nazionale che possano usare gli spazi del portale per costruire un nuovo modo di mettere in connessione i mondi dell’arte e quelli della società contemporanea.
L’altro livello è quello della pratica nel mondo della comunicazione da realizzare in collaborazione con le università attraverso un laboratorio permanente che porterà gli studenti a trovare, selezionare e pubblicare quotidianamente notizie sui mondi della scena contemporanea.

In questo senso Scenarindipendenti.it nella sua missione di sito istituzionale vorrebbe dare risposta a tre questioni estremamente attuali, controbilanciando il progressivo prosciugamento di spazi critici sui giornali che taglia completamente fuori le giovani generazioni, collaborando con le università italiane per supplire i limiti di «pratica sul campo» che esse hanno da sempre, e moltiplicando la presenza di informazioni ad uso degli utenti che attraverso l’incrocio di questi quattro livelli potranno avere una visione completa e quotidiana su quel che accade nel mondo delle arti contemporanee.
Infine ci piace pensare che sia cosa buona e giusta, in un paese che non sa rinnovarsi, mettere giovani generazioni al lavoro su una giovane scena.